Da: Antonio Aldo Trento
Data: 23 luglio 2012 15:23:08 GMT+02:00
A: undisclosed-recipients:;
Cari amici,
molti di voi mi hanno scritto,
vedendo il mio silenzio, preoccupati che
mi sia accaduto qualcosa. E di fatto il Signore in questi mesi mi ha provato
duramente rendendomi per pura grazia, ancora più certo di appartenergli
totalmente. Nessuna opera di Dio nasce senza che la libertà umana provocata
dalla realtà, diventi una pura adesione all’essere.
Ancora una volta il Mistero è
entrato fino al midollo delle mie ossa, per cui ho vissuto questi mesi solo
fissando continuamente Gesù dentro le circostanze dolorose che mi ha regalato.
Ci sono stati momenti che non riuscivo a vedere la luce e in cui mi ripetevo
continuamente “io sono Tu che mi fai” attraverso le circostanze apparentemente
negative che ero chiamato a vivere. La
cosa bellissima in questi mesi è stata la pace del mio cuore, una passione
ancora più grande per i miei pazienti
terminali, i barboni o anziani abbandonati da tutti e per i miei
bambini. Questi miei figli mi ripetevano “animo padre Aldo, perché offriamo il
nostro dolore a Gesù per te”. E aggiungevano:
“Padre, tu ci hai sempre detto “animo” e adesso siamo noi a dirtelo”. Stando
con loro era ed è per me un’allegria perché per me sono Gesù nella croce. “Tutto
posso in Colui che mi dà la forza” afferma S. Paolo. Ebbene, ho toccato con
mano la carnalità di questa esperienza. Ovvero non c’è niente di più bello e
commovente che stare nella croce con Gesù, offrendosi come sacrificio al Padre,
perché tutti gli uomini possano incontrare la misericordia del Padre. “È necessario soffrire perché la verità non si
cristallizzi in dottrina” scriveva Mounier. Ed è vero perché altrimenti è difficile gustare la bellezza di vivere
affermando con la vita “Tu o Gesù”. Gesù
mi ha preso con sé dentro una modalità che non pensavo neanche come una
ipotesi, e il mio povero SI a Lui è stato ed è sufficiente perché nella
pazienza del tempo, che spesso sembra eterna, sperimentare la letizia di essere
tutto, ma proprio tutto, di Gesù. Che bello tanto nel dolore fisico come quello
morale vibrare della Sua compagnia. Vorrei augurare a tutti coloro che
soffrono, in particolare ai depressi, di partire solo da Gesù per affrontare il
dolore perché è tutta un'altra cosa. Solo così si può stare come in questi
giorni davanti a Gabriel di 18 anni che sta morendo di cancro e piangendo
chiede a quanti si avvicinano di dargli un bacio. E in questo piccolo gesto
egli trova quel sollievo che neanche la morfina può dargli. È proprio vero, si può affrontare tutto,
qualsiasi situazione dentro quell’abbraccio di cui parlano Giussani e Carrón.
In questi mesi, oltre alla compagnia dei miei ammalati, dei due sacerdoti che
stanno con me, è stata commovente l’amicizia di Marcos e Cleuza che più volte
sono venuti apposta a stare con noi. L’ultima volta, alcuni giorni fa, sono
arrivati alle 3 del mattino, a causa del ritardo dell’aereo. Avevano vissuto
una giornata intensa, erano stanchissimi eppure, per poche ore di compagnia,
hanno deciso di venire a visitarci, disdicendo tutti i loro appuntamenti del
giorno dopo. Una gratuità possibile solo in chi è innamorato di Cristo. E non
bastasse questo, la Provvidenza ci ha mandato padre Alberto per camminare
assieme. È già arrivato ed è qui
con noi, ma su questo voglio ritornare perché quello che è accaduto è
spiegabile solo alla luce della Provvidenza e di una appartenenza radicale al
Movimento. Sono stato un po’ lungo ma desideravo a questo punto, vedendo la
preoccupazione da parte di molti amici, rispetto alla mia persona, mi è
sembrato giusto raccontarvi un po’ di
quanto sto vivendo. Amici, credetemi, non c’è niente di più bello, di più
affascinante dentro il dolore, del guardare in
faccia Gesù e dirgli “Gesù sono solo e tutto tuo”. E questo è il segreto di
ciò che Dio sta facendo con le opere di carità, espressione della sua tenerezza,
del suo amore, della sua passione per l’uomo.
P.Aldo
Nessun commento:
Posta un commento