lunedì 4 ottobre 2010

lettera del lettera 03/10/2010

Da: padre Aldo TRENTO


Cari amici, prima di tutto chiedo perdono ai molti che mi scrivono le loro sofferenze, spesso al limite della disperazione e ai quali, si o si risponderó in questi giorni in cui con il mio compagno di ventura, p. Paolino, andró in Brasile per festeggiare la vittoria di Marco, Cleuza ed amici, nelle elezioni generali del Brasile. Lunedí faremo un pellegrinaggio al santuario di Aparecida, dove in Luglio ci siamo trovati all´inizio della campagna elettorale per chiedere alla Madonna che questa circostanza importante diventasse per tutti noi amici una grande occasione per annunciare Cristo, come di fatto é stato. E in questo sta giá la vittoria, anche se oggi sabato siamo alla vigilia delle elezioni e quindi il risultato lo sapremo domani sera alle 23. "Questa é la vittoria che vince il mondo, la nostra fede", per cui giá abbiamo vinto. Oggi é la festa degli Angeli Custodi e mentre scrivo sono qui con due bebe, che appena camminano, nel mio studio, e lo stanno mettendolo sottosopra. Peró prima di arrivare qui ho fatto la mia mezz´ora di "trotto" che debbo fare per via del diabete, con i bambini che correvano con me. Poi arrivato alla grotta della Madonna mi sono inginocchiato e loro nel vedere il mio gesto si inginocchiarono como potevano e si misero, come me, con le mani giunte.
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 L´educazione é solo un´appartenenza. Peró o si appartiene a un soggetto il cui io é totalmente relazione con il mistero "Io sono Tu che mi fai" o diventiamo solo capaci di violenza, anche baciando i nostri figli. In queti giorni ho gustato, anche dentro un pó di insonnia che mi caratterizza, la bellezza di quanto Carrón ci dice parlando della conversione: "Di un amore eterno ti ho amato avendo pietá del tuo niente". L´altra sera avevo in braccio Nageli, la bebé trovata, in una borsa delle immondizie posto dentro la nicchia di una tomba, da un contadino che all´alba passava di lí e vide -la Provvidenza- una piccola mano che spuntava fuori. Si avvicinó e la sorpresa fu la bambina. Adesso ha 5 mesi é bellissima, bionda, occhi azzurri. La guardo commosso: "Di un amore eterno ti ho amato avendo pietá del tuo niente".
 Dio mio, pensate: abbandonata in una borsa per le immondizie avvolta nel sangue...giá al bordo della morte, peró il Mistero ha avuto pietá del suo, del mio niente. Guardatela nella foto, guardatela bene: il Mistero l´ha tolta dalla tomba, mediante uno strumento qualunque, un contadino che passava di lí con il carro trascinato dai buoi, e l ´ha fatta sua, perché era giá sua. Come non piangere di commozione davanti alla pietá dell´Essere. Nella clinica in questi giorni ho avuto la grazia di accompagnare a Dio alcuni figli di Dio N.N. Davanti agli uomini senza identitá "Non sappiamo chi erano, non sappiamo chi é, ma si faceva chiamare Gesú". Anche loro li guardavo comosso perché "Di un amore eterno ti ho amato avendo pietá del tuo niente". A tutti ho dato il battesimo "sub condizione" prima di morire. Non potevo pensare che morissero senza identitá, e l ídentitá dell´uomo accadde nel battesimo. Capite cosa vuol dire "morire cristiano?" Non é un aggettivo che si agginge, é una creatura nuova che nasce e che passando per la morte fisica arriva a vedere in faccia il Mistero. Ogni giorno mi inginocchio davanti a questi Gesú che per il mondo sono N.N. Mentre per noi ognuno é fisicamente, ontologicamente Gesú. Nella clinica sono ricoverate anche due bambine: Liz, 5 anni in coma per un tumore alla testa e Gabrielle, metastasi. Li vedo soffrire e soffrire moltissimo...eppure anche per loro é vero ció che é vero per me "Di un amore eterno ti ho amato avendo pietá del tuo niente". Il dolore ci dice che siamo niente la morte ancora di piú, eppure, "Di un amore eterno ti ho amato..."
 Amici anche nel dolore grande che mi circonda questa certezza mi riempie di pace che diventa domanda anche quando mi infastidisco con il Signore...ma poi rivedo il Getsemani e allora uno si rialza e il giorno si riempe di luce: "Io sono Tu che mi fai", anche se puoi sembrare un cretino che cammina.
 Infine, animo a tutti quelli amici a cui la Provvidenza ha riservato la grazia di soffrire queste cose e non solo ma molto peggiori. Carrón ci dice che anche queste cose sono uno strumento pedagogico che il Mistero usa per farci suoi. La pedagogia di Dio, come vedete, non ha niente a che fare con quella che si insegna nelle universitá o é proposta dal Ministero di educazione.
 Ciao e pregate per me, e pregate molto.
 P. Aldo

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