Sulla legge contro l'#omofobia abbiamo già riassunto così la nostra
posizione: no alla vessabilità (dell'errante), sì alla criticabilità
(dell'errore).
1) No alla vessabilità, per così dire: quindi è giusta una legge contro la violenza omofoba (verbale e fisica).
A
chi dice che basta già il codice penale vigente, obbietteremmo che dove
esiste un problema specifico occorre una risposta specifica; se la
vessazione delle persone "diverse" fosse dello stesso tipo (qualitativo e
quantitativo) delle vessazioni che chiunque può subire, allora si
tratterebbe di un problema stemperabile nel generico problema del
rispetto della persona genericamente intesa. Qui invece c'è un problema
specifico: le persone "diverse" sono esposte in modo speciale a vessazioni, hanno da temere di essere insultati, o picchiati o in casi estremi uccisi, in modo non paragonabile
a quello di una persona "normale". Per questo: a problema specifico,
risposta specifica. A minaccia generica, risposta generica (basta il
codice); a minaccia speciale, risposta speciale.
2) Certo occorre una buona
legga contro la violenza omofoba: che tuteli la libertà non di insulto,
ma di critica. Questo giustamente va salvaguardato. Senza insultare le persone, si devono poter criticare gli atti.
La Chiesa deve essere libera di continuare a dire che gli atti
omosessuali sono contro natura e che la differenza sessuale è buona,
voluta dal Creatore della natura (e oltretutto necessaria alla
sopravvivenza del genere umano, il che non è poco).
Quanto alla bizzarra idea di #eterofobia, rimandiamo a questo post: http://cultura-cristiana.blogspot.it/2012/07/eterofobia.html.
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