Ci sembra che la Chiesa stia dimostrando equilibrata saggezza: non vuole impedire una qualche legge contro l'omofobia, ma solo una certa versione di tale legge che sia passibile di interpretazioni limitative della libertà (di critica).
Il punto non è fermare, ma correggere.
Bisogna infatti distinguere tra involontario e volontario: l'involontario va tutelato da possibili violenze (fisiche o anche verbali) e vessazioni, il volontario deve restare criticabile.
Dunque, nella fattispecie, l'orientamento "diverso" (involontario) deve essere tutelato, mentre il comportamento (volontario) deve restare criticabile.
Si tratta, in generale, di tutelare da possibili violenze/discriminazioni, tutte le minoranze costituite uin base a fattori involontari (il colore delle pelle, o dei capelli, handycap vari, l'orientamento sessuale). Ma giustamente si chiede che il comportamento liberamente scelto sia oggetto non di possibili violenze, ma di possibili critiche.
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