lunedì 5 ottobre 2009

Gli errori “della Chiesa”

Se non ritornerete come bamini non entrerete nel Regno dei cieli
Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli


Virgolettiamo perché sarebbe più corretto dire gli errori “degli uomini di” Chiesa.
Giovanni Paolo II aveva parlato dei peccati, di cui la Chiesa doveva chiedere perdono, in occasione del Giubileo. La cosa era molto (troppo!) piaciuta a un certo Cristianesimo “di sinistra”, mentre era (troppo) dispiaciuta, anzi non era proprio andata giù a certo Cristianesimo “di destra”.
Infatti per certi “cristiani di destra” la Chiesa non ha mai sbagliato (prima del Vaticano II, almeno), per certi “cristiani di sinistra” la Chiesa ha invece sempre sbagliato (prima del Vaticano II, almeno).
Per certi “cristiani di destra” la Chiesa ha cessato di esistere col Vaticano II, per certi “cristiani di sinistra” la Chiesa ha cominciato a esistere col Vaticano II.
Per certi “cristiani di destra” prima del Vaticano II non ha mai sbagliato niente, dopo ha sbagliato (quasi) tutto. Per certi “cristiani di sinistra” prima del Vaticano II la Chiesa sbagliava tutto, era la Chiesa dei ricchi, schiava del potere; adesso va un po’ meglio, ma ne resta ancora di strada...
La verità è che gli uni e gli altri non guardano la Chiesa per quello che è. La considerano in una prospettiva puramente umana, ideologica. Come se fosse un’opera umana. Una associazione che deve applicare certe idee e certe regole.
Ma la Chiesa come Presenza di Cristo è più che una associazione.
Se la Chiesa avesse sbagliato sempre, e solo ora cominciasse il Cristianesimo, vorrebbe dire che il Cristianesimo è solo un progetto umano.
Se la Chiesa non avesse sbagliato mai, vorrebbe dire che la presenza del divino neutralizza l’umano, rende automatica e non drammatica la piena verità dei suoi. Ma allora nemmeno di adesso si potrebbe dire che sbaglia aprendosi troppo al “mondo”.
La verità è che il divino è presente nella Chiesa quanto basta per assicurare che l’essenziale in lei non venga mai meno,
ma non al punto tale da azzerare la responsabilità dell’uomo sul non-essenziale.
Al divino presente nella Chiesa possiamo appoggiarci con fiducia, come bambini,
ma al tempo stesso, come adulti responsabili siamo chiamati a usare fino in fondo la nostra ragione e tutto ciò di cui siamo naturalmente dotati per valutare l'umano.
Come bambini, dobbiamo accogliere l'essenziale
come adulti responsabili dobbiamo elaborare il non-essenziale.
L'essenziale ci è dato immediatamente
il non-essenziale va raggiunto mediatamente,
con la mediazione della nostra intelligenza
che è storicamente situata, prospettica

Sull'essenziale la Chiesa non ha mai sbagliato, per il divino che è presente in lei, e ad esso possiamo aderire con fiducia, immediatamente, come bambini; 
sul non-essenziale la Chiesa ha talvolta sbagliato, per l'umano di cui è impastata, e che richiede l'attivazione di tutte le energie naturali (intelligenza, senso critico, buon senso, senso della storicità del sapere razionale e della sua progressività), come in un adulto. Da un lato la Chiesa non ha mai sbagliato, e basta essere come bambini sulle sue ginocchia di madre per entrare nel regno dei Cieli.
Dall'altro la Chiesa ha spesso sbagliato nel corso della sua storia, e occorre essere adulti nell'uso della ragione per prenderne atto con dolore e umiltà, pensando che noi avremmo fatto certamente molto peggio di quei fratelli che ci hanno preceduto e si sono illusi che bastasse avere la fede per avere ragione su tutto senza impegnare fino in fondo la ragione.
L'illuminista Kant vedeva solo il secondo lato (l'ingresso dell'uomo nella sua maggiore età), il fondamentalismo vede solo il primo.
Non si può essere “cristiani adulti” che giudicano la Chiesa dall'alto di una boriosa presunzione, se non con la soddisfazione di coglierla in fallo.

Ma nemmeno si può ottundere la verità, che talvolta uomini di Chiesa hanno sbagliato, e come hanno sbagliato in passato, così potrebbero sbagliare anche oggi. Sul non-essenziale.

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