sabato 18 agosto 2012

lettera del 17 agosto

Da: Antonio Aldo Trento 
Data: 17 agosto 2012 21:18:14 GMT+02:00
Cari amici,
più passa il tempo e più mi rendo conto che il Mistero mi raggiunge, mi mostra il suo amore attraverso l’imprevisto. Per cui esige che la mia libertà sia sempre attenta per accoglierlo. E questo esige un lavoro continuo perché la distrazione non mi vinca. Oggi, lunedì, è stata una giornata in cui il Mistero mi ha scombussolato tutto. Ieri sera ero andato a dormire, come al solito alle 23, dopo l’ultima visita ai malati e aver fatto un po’ di compagnia a Venancio, un giovane ammalato di AIDS, morto alcune ore prima. Era solo e mai nessuno era venuto a visitarlo. Così ho detto in sua compagnia un po’ di Rosario. Una volta a letto non riuscivo a dormire anche perché sapevo che alle 5 avrei dovuto alzarmi dato che, più preciso di un orologio svizzero, alle 5,30 l’amico Federico Franco (attualmente nuovo presidente della Repubblica dopo che due mesi fa il Congresso, attraverso un giudizio politico, ha destituito l’allora Presidente in carica l’ex vescovo Ferdinando Lugo) sarebbe venuto con la moglie per la recita di Lodi e la colazione. Così mi sono addormentato alle due e alle 5 ero già in piedi con una faccia che non vi dico e che solo quel “Tu che mi fai” ha reso più accettabile. Sono sceso e, grazie a Dio, padre Daf aveva già fatto il caffè e preparato la tavola. L’unica cosa che ho fatto è stata quella di mettere i libretti delle ore sulle rispettive sedie nella cappella. Quindi siamo usciti, che era ancora buio, per aspettare il presidente assieme alla carovana di poliziotti che ogni lunedì circondano la parrocchia per garantire la massima sicurezza. Arriva puntuale con la moglie in una 4x4 enorme e blindata. La prima cosa che fa incontrandoci è quella di chiederci con le mani giunte la benedizione. Poi in cappella, davanti al S. Sacramento si recitano le lodi in cui lui fa da capocoro. Quindi il caffè, un dialogo rapido tra di noi perché alle 6 del mattino ha il consiglio dei ministri. Lo accompagnamo fuori, chiede ancora la benedizione e se ne va, scortato da una carovana di macchine della polizia. Ritorna la tranquillità e decido di tornare a dormire. Però alle 7.15 mi chiamano: “ti stiamo aspettando (nella clinica) per la adorazione e processione eucaristica”. Mi alzo e in cinque minuti sono lì. Ho la testa appesantita per cui  ritorno a letto. Un’altra ora e mezza di sonno e mi chiamano nuovamente. E così fino alle 14 resisto ma poi sento il bisogno di andare a dormire. Ma alle 15.30 ho la Messa per Venancio, il giovane morto di AIDS e poi la sepoltura. Con la suora (Sonia) e alcune donne vestite di nero lo portiamo al cimitero dove riposano tutti i miei figli morti in questi anni senza nessun parente. Alle 17 sono di ritorno e vado nella clinica dove già sono arrivati nuovi ammalati terminali di cancro. Quanto dolore! Senza accorgermi arriva l’ora dell’adorazione e processione. Quindi mi fermo ancora un po’ per parlare con chi ha bisogno. Guardo l'orologio e vedo che sono già le 20.30. Vado a salutare i miei bambini della casita n° 2, dove ci sono quelli da 0 a 3 anni. Dormono già da quasi due ore. Passo di culla in culla, li benedico uno per uno accarezzandoli. Sono bellissimi, mi commuovo nel pensare alle storie di violenza di cui sono stati vittime. Non li lascerei mai, ma è già tardi e ho fame. Torno a casa, mangio qualcosa e poi vado alla clinica per vedere se c’è qualcuno che ha bisogno in particolare chi è già alla fine.
Torno per dormire, però prima volevo raccontarvi un po’ questa giornata in cui mi è successo di tutto e di cui l’unica cosa prevista erano le lodi  con  il Presidente e il funerale. Ma non certamente andare a dormire tre volte in un giorno. Tempo fa mi sarei scandalizzato e arrabbiato con me stesso, perché educato a programmare bene ogni giornata anche quando di notte guardavo il soffitto. Adesso mi sono arreso alla realtà per cui sperimento una pace profonda, quella pace che nasce dall’esperienza di essere abbraciato e guidato dalla Presenza del Mistero. Amici scusatemi, l’ho fatta lunga per arrivare a dirvi questa cosa molto semplice ma essenziale.
Non dimenticate mai: “l`imprevisto é l´unica cosa prevista”.       
Ciao,  P. Aldo
Ps: cosi abbiamo festegiato il cumpleanno del nostro caro amico Federico Franco, nuovo Presidente della Republica.

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