giovedì 13 ottobre 2011

Appello dei vescovi canadesi per il pastore cristiano iraniano condannato a morte per apostasia

youcef-nadarkhani3Anche i vescovi del Canada si uniscono alla mobilitazione internazionale per salvare la vita a Yousef Nadarkhani, il pastore cristiano condannato a morte, in Iran, per apostasia. In una lettera indirizzata all’ambasciata iraniana a Ottawa, il presidente del Comitato per i diritti umani della Conferenza episcopale (Cecc), mons. Brendan O’Brien, chiede al governo di Teheran di rispettare i suoi impegni internazionali in materia di diritti umani. In particolare ricorda che nel 1948 l’Iran ha aderito alla Dichiarazione universale dei diritti umani che, all’articolo 18 stabilisce che “ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione” e che “questo diritto comprende anche la libertà di cambiare religione o convinzione”. Citando inoltre il recente intervento di mons. Dominique Mamberti, Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati, all’Assemblea generale dell’Onu, la missiva afferma che “la mancanza di rispetto per la libertà religiosa è una minaccia per la sicurezza e la pace e impedisce la realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale". Di qui la richiesta che il pastore Nadarkhani, e “tutte le persone che si trovano in situazioni analoghe sia trattato conformemente all’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani”. Nadarkhani, 34 anni, padre di due bambini, si è convertito al cristianesimo all’età di 19 anni. Per questo motivo, e per avere convertito altri musulmani, era stato condannato a morte nel settembre del 2010 da una corte della sua città, Rasht, nel nord dell'Iran. Contro la sentenza hanno protestato i governi di diversi Paesi, in particolare Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia e Polonia, presidente di turno dell'Unione europea. Oggi intanto il tribunale della provincia di Ghilan che avrebbe dovuto avere l'ultima parola sulla sua vicenda giudiziaria ha stabilito che sarà la Guida Suprema Khamenei a decidere la sorte del pastore cristiano iraniano. (L.Z.)

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