giovedì 9 dicembre 2010

lettera del 2 dic 2010

Isaia 43, 1-5
 “Cosi dice il Signore, che ti ha creato: Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!
 Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato; perché io sono il Signore, il tuo Dio, il Santo d'Israele, il tuo salvatore;
 Perché tu sei prezioso ai miei occhi perché sei degno di stima e io ti amo.
 Non temere, perché io sono con te.

 
 Come non piangere di commozione leggendo questa parole di Isaia. È Dio che parla a me e a te e ai miei bambini, belli più del sole e delle stelle e delle mie Dolomiti.
 Guardate i miei due figli che, approfittando dell'assenza momentanea della infermiera sono riusciti a unire i loro due letti e guardate come "giocano" fra loro.

 Sono gravemente handicappati, eppure fra loro c'è un linguaggio, una comunicazione che nasce dell'evidenza che per loro quanto dice il profeta Isaia è un'esperienza.
 Come la è per il mio piccolo Victor che non può stare senza Mario e Aldo. Sembra un bambolotto di cera, tutto rotto ed invece è Gesù sulla croce che da due anni geme e soffre per i miei e i tuoi peccati.
 Vivere ciò che dice Giussani parlando del sacrificio (punto 1 paragrafo "c": "quando il sacrificio diventa un valore per la vita dell'uomo" e guardare questi miei figlioletti mi fa percepire ogni giorno di più la grazia, il valore oggettivo, il dono che è il "mostro" "il ripugnante" (sono parole che usa Giussani) sacrificio, dolore, che solo nelle croce di Gesù a cui i miei bambini innocenti sono inchiodati, trova il suo unico e vero significato
 Ciao
 P. Aldo

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