martedì 4 maggio 2010

cattolicesimo di sinistra

Avevo sempre pensato che il cattolicesimo di sinistra si differenziasse dal resto del cattolicesimo essenzialmente per delle scelte politiche, discutibili magari, ma relative a un piano intrinsecamente opinabile e di diritto pluralistico, come è appunto quello delle opzioni politiche.
Mi rendo invece conto che alla radice se non di tutto, almeno di una parte consistente del cattolicesimo di sinistra stanno delle opzioni ben più radicali di quelle politiche, opzioni metafisiche e teologiche, che arrivano a intaccare il dogma nel suo nucleo essenziale. In particolare è inquietante l'idea che Dio non sia Onnipotente e che la realtà perciò non sia Suo segno (vedi Vito Mancuso). In un certo senso si tratta di una eresia ben peggiore di quella di Ario, o di Nestorio, che per lo meno non dubitavano della onnipotenza di Dio.
Mi chiedo come faccia a pregare uno che non creda nella Presenza e nella Onnipotenza di Dio. Non è forse la sua "fede" una proiezione posticcia di un io presunt(uos)amente eroico, una stampella residuale di una volontà di ferro (moralisticamente intesa: prima le Legge, poi il Bene)?
Un vero tarlo, destinato a rodere dall'interno ciò che resta di una fede che non c'è più.

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