giovedì 1 aprile 2010

i cristiani adulti e il sonno di Dio

Riflessioni da una recente conversazione

C'è una componente dell'attuale cattolicesimo (diciamo "di sinistra") che non è solo, come sarebbe più tranquillamente legittimo, in dissenso su certe opzioni politiche del Magistero, ma su punti di non piccola rilevanza dogmatica.

1) un Dio impagliato

Una tesi sbalorditiva di questa impostazione (che ha in Vito Mancuso un esponente giornalisticamente di spicco) è che Dio non esercita alcuna provvidenza sul mondo. Come diceva Pascal del "dio" di Cartesio, tale Essere Supremo ha dato al mondo "un colpettino iniziale". Dopo di che non si fa più vivo e lascia il mondo in balia di sè stesso. In tal modo i geniali teologi ritengono di assolvere Dio dall'accusa di essere responsabile del male: non è Dio che causa i terremoti, perchè Dio non causa niente. Non causa più niente, ma ha causato solo all'inizio. Non agisce nella storia nel concreto. Come dire: il modo migliore per non avere più raffreddori è tagliarsi via il naso.
Tra l'altro, corollario di questa tesi è
a) che Dio non sia Onnipotente,  e
b) che il male non sia frutto del peccato, ma della (necessaria/inevitabile) imperfezione della realtà.

Già, ma allora, obbiettavo, come si fa a pregare un Dio che non c'entri niente con la realtà? Mi veniva risposto che Dio può fare qualcosa, ma non alla realtà, bensì solo a me, alla mia interiorità, aiutandomi ad accettare una realtà su cui Dio non avrebbe più alcun potere.
Obiezioni: ma allora perché preghiamo "dacci il nostro pane quotidiano"? Il pane è qualcosa di molto concreto. E noi lo chiediamo al nostro Padre, che dunque può darcelo, e per darcelo deve avere un potere sulla realtà.
Ancora, perché chiediamo "sia fatta la Tua volontà"? Dio ha un disegno sulla realtà, dunque questa non gli è sfuggita di mano. Vuole qualcosa di ben preciso, perché ha creato e governa la realtà. Certo, rispettando la libertà creata ma misteriosamente essendo sempre, in ogni momento della storia, capace di ricondurla al Suo Disegno buono.
E poi come si spiegherebbero tutte le esortazioni di Gesù ad avere fiducia nella Provvidenza (il guardare ai gigli del campo)?
Come si spiegherebbe il centuplo quaggiù? Non significa forse che nella concretezza Dio ricompensa chi Lo ama? Non  obbedendo a nostri capricci, ma rendendosi comunque sensibilmente "apprezzabile": il centuplo è in "case, campi" e altre cose reali, concrete.
Come si spiegherebbero gli episodi dell'Antico Patto, con Dio che interviene continuamente nella concretezza (guidando Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosé e tutti gli altri personaggi della Bibbia, suscitando profeti, punendo o premiando il suo popolo non solo con ispirazioni interiori ma con fatti, concreti, visibili, storici)?
Ancora di più, come si spiegherebbe l'Incarnazione del Verbo? Il Figlio di Dio non si è reso pensiero interiore, capacità interiore di sopportazione o di coerenza etica. Si è fatto carne. La carne della Vergina Maria ha visto un cambiamento, che veniva da Dio. Gesù era di carne, la Sua vita è stata carnale, visibile, storica come la nostra. Se fossero esistite le telecamere potremmo avere dei video sulla sua vita, come per qualunque altro essere umano in carne e ossa.
Né si potrebbe più accettare Fatima, o Medjugorje: lì si parla di un intervento di Dio nella storia, e di premi e di castighi.

No, Dio non è impagliato. E' vivo. E agisce. E' Padre. E noi possiamo affidarci alla Sua paternità che opera nella storia.


come bambini


Infatti l'altra obiezione che ho fatto è: come possiamo essere bambini, in un'ottica in cui Dio non agisce (non è - concretamente - Padre)?
Mi è stato risposto, seguendo un'altra genialata dei teologi ... del sonno di Dio (in effetti: è la nuova versione della morte di Dio: Dio non è morto, ma dorme), che nell'ebraico parlato da Gesù "bambini" non significa bambini, ma gli ultimi degli ultimi, quelli che nessuno guarda. Qundi non dobbiamo tornare bambini, ma essere ultimi tra gli ultimi della terra.
Obiezione: ma per venti secoli generazioni di cristiani hanno inteso nel modo più ovvio il ritornare bambini.
Se Dio è Padre, e per Gesù lo è, noi siamo suoi figli, e possiamo affidarci a Lui come Gli si è affidato il Figlio.

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