Tra i libri scritti in occasione del processo del 1626 vi è il breve racconto della Vita e Miracoli della beata Rita da Cascia, pubblicato a Roma nel 1628 a cura delle monache di Santa Rita. Il libretto era dedicato al cardinale Antonio Barberini, nipote di papa Urbano VIII, che la beatificò.
«Ricorso ai santi protettori e ingresso prodigioso nel monastero
Ma la malagevolezza dell’impresa, che ad un animo tepido sarebbe stata d’impedimento, servì di stimolo all’infiammata volontà della serva di Dio. Perciò veggendosi mal abile a superarla con forze proprie si rivolse al soccorso divino. Raddoppiando perciò le orazioni e le lacrime si umiliava al cospetto di Dio; attribuendo a suo demerito e a giusta pena dei suoi peccati la ripulsa datale dalle vergini.Continuando Rita in tale amaritudine e congiungendo la notte col giorno senza stancarsi nell’orazione, la misericordia di Dio, che mai non viene meno ai servi suoi, finalmente la consolò. Così nel maggiore ardore delle sue preghiere sulla mezzanotte, udì una voce che l’invitava al monastero. Rivoltatasi, Rita vide san Giovanni Battista che s’incamminava verso un altissimo sasso cinto da dirupi e da balze spaventose che si chiama comunemente lo Schioppo di Roccaporena. Ivi giunta e per breve spazio abbandonata, ebbe occasione di raffigurare nell’altezza del luogo la sublimità della perfezione religiosa, a cui Dio la chiamava e nel precipizio l’orrore della caduta. Mentre se ne stava tutta timida ed ansiosa, fu racconsolata da san Giovanni Battista, in compagnia del quale Rita vide sopravvenire sant’Agostino e san Nicola da Tolentino. Questi tre santi, presa unitamente la devotissima vedova, la riposero con modo a lei incomprensibile dentro il monastero in cui ella bramava di vivere ed ivi lasciata, incontinente disparvero. Furono grandi i rumori che mossero la mattina le monache, trovando Rita dentro il chiostro, senza sapere come vi fosse entrata, in tempo di notte e con le porte serrate. Ma udito da lei semplicemente e con molta ingenuità quanto le era accaduto, radunatesi in Capitolo e per divina disposizione unitamente per monaca l’accettarono.
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